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Carlo Levi

Carlo Levi nasce a Torino il 29 settembre del 1902. Alla giovane età di 13 anni si innamora della pittura e coltiverà questa passione per tutta la sua vita. Durante gli anni venti aspira alla “Rivoluzione liberale” nel gruppo di Piero Gobetti. Dopo circa due anni si laurea nel 1923 in Medicina all’Università di Torino. Soggiorna a Parigi per vari lassi di tempo e qui decide di dedicarsi definitivamente alla pittura partecipando nel 1929 alla mostra “sei pittori di Torino”.

Agli inizi degli anni trenta scrive vari saggi per il gruppo antifascista “Giustizia e Libertà” di cui fa parte. Viene arrestato due volte: la prima nel 1934, la seconda nel 1935 in cui viene confinato in Lucania. Proprio in questo periodo della sua vita si sofferma sulla scrittura del libro Cristo si è fermato a Eboli in cui vi è una netta opposizione tra “tempo reale” e “tempo fittizio”. Il libro, composto durante l’occupazione tedesca , viene pubblicato nel 1945 e ottenne un grande successo anche fuori l’Italia esercitando un considerevole influsso sugli scrittori neo-realisti dell’epoca. L’opera denuncia le ingiustizie sociali e descrive le varie problematiche del Bel Paese.

Nonostante l’intesa attività da pittore non rinuncia definitivamente a quella di scrittore: nel 1946 pubblica “Paura della Libertà”, uno scritto teorico e dopo quattro anni “L’orologio” ove si sofferma sull’avvento della Democrazia Cristiana. Dopo gli anni 50 fanno seguito i libri di viaggio: “Le parole sono pietre” ad esempio è la dimostrazione ed il risultato dei viaggi in Sicilia, “Il futuro ha un cuore antico” e “La doppia notte dei tigli” dei viaggi in Germania e in Urss. Non si farà sfuggire l’Italia descritta nel 1960 con “Il volto che ci somiglia”. Nel 1963 sarà eletto senatore nelle liste del Pci. Dopo dieci anni è colpito dal distacco della retina oculare che gli procurerà uno stato temporaneo di cecità in cui Levi traccerà più di 146 quadri. Muore a Roma nel 1975.