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Alla scoperta della Sardegna attraverso le opere di Grazia Deledda

    Grazia Deledda, scrittrice sarda, è, finora, l’unica donna italiana ad aver ricevuto un prestigioso riconoscimento di livello mondiale qual è il Nobel per la letteratura. Questo importante premio le fu conferito nel lontano 1926. Una gratifica d’onore, la sua, che le fu data anche e soprattutto per via del forte legame che le sue opere letterarie avevano, e hanno, con l’Isola da lei tanto amata, da quanto possiamo apprendere anche dalla motivazione che il comitato dell’Accademia Svedese diede: “Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano.”

    Nata a Nuoro, dove è tutt’ora seppellita, possiamo dire che la Deledda ha avuto un legame sentimentale, empatico e letterario con tutta la Sardegna, per lei questa fu un’isola da intendere come un luogo mitico, un archetipo rappresentate tutti i luoghi. Il legame con questa regione viene espresso in gran parte delle sue opere, Fior di Sardegna, Paesaggi Sardi, Elias Portolu, Le Tentazioni, L’edera, Nel deserto, giusto per citarne alcuni. Testi importanti che raccontano la grande cultura e l’antica tradizione sarda.

    Il nostro tour letterario/turistico non può quindi che iniziare dalla città di Nuoro, situtata nella zona centro orientale dell’Isola a cui la ventenne Deledda dedicò il suo testo intitolato Tradizioni popolari di Nuoro, una raccolta di saggi etnografici sugli usi e sui costumi dei sardi abitanti nella zona centrale montana del Nuorese. In questa sua prima opera si può già vedere la precisione etnografica con cui verranno trattati, in seguito nei romanzi successivi, i diversi aspetti della vita tradizionale isolana.

    Ma è anche vero che Nuoro oggi ha tanto, tantissimo, da offrire al turista moderno, anche al più esigente. Vale sicuramente la pena andare a fare una escursione fuori porta sulle pendici del Monte Ortobene, dove si possono visitare i rifugi preistorici, usati fino al Medioevo di Pala ‘e casteddu, e in zona, di sicuro interesse, ci sono anche il Nuraghe Tanca Manna, i resti romani di Sa Itria, la quattrocentesca chiesa di Santa Croce e la cattedrale di Santa Maria della Neve.

    Il nostro giro letterario turistico sui luoghi deleddiani non può che comprendere la casa natale, oggi adibita a museo, della scrittrice, situata nel centro storico di Nuoro, nel rione di Santu Predu (San Pietro) per la precisione, nella via che oggi è dedicata, ovviamente, alla scrittrice. Se si vuole omaggiare con un ultimo saluto l’unica donna italiana vincitrice del Nobel per la letteratura, ci si deve recare nella piccola chiesa della Madonna della Solitudine, dove le sue spoglie riposano in pace e in tranquillità, custodite in un sarcofago di granito nero levigato.

    Un’altra zona importante nei racconti dalla Delleda è quella della provincia, in particolar modo l’area vicina a Nuoro conosciuta come Baronìe (in sardo Sa Baronìa), collocata nella zona nord orientale dell’isola, una subregione che ha avuto una grande importanza storica e dove tutt’ora sorgono gli importanti centri di Siniscola, nell’Alta Baronia e di Orosei, nella Bassa Baronia. Qui la scrittrice vi ha ambientato una delle sue opere più famose, Canne al Vento, dove ha esposto le tematiche della povertà, non certo priva di onore e della superstizione appartenente alla società contadina dell’epoca. Canne al vento, insieme a altre cinque novelle deleddiane, sono state ispirate dai paesaggi circostanti l’area di Galtellì. Infatti è fra le strade di questo comune che è ambientato il romanzo, dove viene citato con il nome abbreviato di Galte. A qualche metro dalla locale cattedrale di San Pietro oggi è possibile visitare quella che fu l’abitazione dell’epoca della scrittrice sarda. A partire dal 1993 sorge in zona un parco letterario che valorizza, attraverso un apposito percorso tematico, i luoghi che ispirarono la Deledda.

    Da allora, è anche vero, che le cose sono cambiate e molto, però sono tantissimi i luoghi di svariato interesse turistico in questa zona. Gli amanti dell’arte sacra possono dedicarsi a visite nelle numerose chiese, tra cui segnaliamo quelle di Santa Lucia, quella del Rosario, la Chiesa di San Giovanni Battista, quella delle Grazie e la Chiesa di Sant’Antonio.

    In zona si trovano diversi interessanti siti archeologici, come la Domus de janas ” Cucuru ‘e Janas” che si trova lungo la strada che collega a la Caletta, ma qui si trova anche l’importante villaggio prenuragico di Bérchida, ricordatevi inoltre di visitare la bellissima spiaggia locale, una delle più belle e apprezzate spiagge di Italia. Già, non dimentichiamoci delle spiagge, che anche in questa parte dell’Isola sono numerose e stupende, infatti gli amanti del mare non possono perdersi le bellezze naturalistiche di posti incantevoli come La Caletta, di Santa Lucia, di Sa Petra Ruja, di S’ena e sa Chitta e di Capo Comino.