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Nata a Patrasso, in Grecia, nel 1865 da madre greca e padre napoletano, Matilde Serao trascorre l’infanzia in Campania, dove consegue il diploma e successivamente inizia a lavorare nei Telegrafi. Ed è proprio durante questi anni che la scrittrice partenopea inizia a dedicarsi all’attività giornalistica, collaborando con diversi quotidiani locali, fin quando non riesce ad entrare a far parte della redazione di Corriere del Mattino.

Il successo letterario arriva invece con la raccolta di bozzetti Dal Vero (1879) e il romanzo Cuore Infermo (1882) e la contemporanea adesione della Serao al Verismo senza, peraltro, darne una giustificazione ideologia.

Matilde Serao riesce nei suoi scritti a fornire una fotografia profonda e dettagliata della società del suo tempo, in particolare dei ceti più umili, ponendo attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, soprattutto femminili. Ed è così che fanno ingresso nei suoi romanzi sentimenti, passioni e descrizioni minuziose della psicologia dei personaggi e delle ambientazioni.

I ceti più umili e svariati della società diventano i personaggi di romanzi come Piccole Anime (1883) e Il ventre di Napoli (1884). In quest’ultimo romanzo, la Serao ci regala una descrizione minuziosa dei quartieri più miseri della Napoli di allora, narrando i costumi e le abitudini di quel “popolo” che colora e anima la vita della città. Un quadro complessivo e profondo della città, un’analisi stratificata, che parte dagli strati più superficiali della società napoletana fino ad esaminare le viscere, quel ventre di Napoli che costituisce il cuore della società. Un’immagine, quella consegnataci dalla Serao, coperta da un velo di profonda amarezza per lo stato di totale abbandono, da parte dello Stato, in cui si trovano a vivere i suoi concittadini.

Nel 1885, la scrittrice sposa il giornalista Eduardo Scarfoglio, con il quale diresse il Corriere di Roma dal 1885 al 1887. Dopo la separazione dal marito, la Serao continuò comunque ad essere attiva nel giornalismo fondando, insieme a Giuseppe Natale, il Giorno nel 1904. Morì nel capoluogo campano nel 1927.