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L’immortale Totò

    Cosa resta di dire di Totò, per gli amici Antonio De Curtis ma, in realtà registrato all’anagrafe con il nome di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio. Totò è scomparso 50 anni fa nella sua casa a Viale Parioli di Roma all’età di 69 anni.

    Fu un personaggio davvero applaudito da tutti, specie dalla critica e dal pubblico femminile, ma fu anche un anima solitaria come solo i grandi comici sanno di essere, ricordato solo nella sua maschera farsesca. Ma costa resta ancora da dire di Totò, dopo che a lui è già stata incoronata una consacrazione artistica e milioni di righe sono state scritte persino dai più celebri studiosi come Umberto eco e artisti come Pasolini?

    Antonio De Curtis è figlio illegittimo del Barone Giuseppe De Curtis e di Anna Clemente, nasce a Napoli nel 1898 il 15 febbraio, precisamente nel Rione Sanità in quella casa che oggi è ormai lasciata all’incuria. Fin da piccolo complessato per il suo stato di “figlio di nessuno” perché il papà lo riconoscerà soltanto all’età di 20 anni. Già nel 1913 è sui palcoscenici di Napoli, dove grazie alla maschera del comico e dell’istrione inizia a farsi amare dai compagni e anche i grandi. Il resto della sua angosciata e splendida vita lo conosciamo tutti, dal cinema al personaggio/maschera di Totò.

    Anche nella vita privata fece scalpore, dolori e passioni lo segnarono profondamente: il suicidio della prima moglie Liliana Castagnola e la tormentata storia d’amore con Franca Faldini. Ebbe l’onore di fare persino tre funerali, il primo a Roma, il secondo a Napoli e il terzo nel cuore di Spaccanapoli. Ma a 50 anni dalla morte è ancora molto superficiale parlare di uno dei più celebri attori del cinema italiano.