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Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798, luogo che lo stesso poeta definisce “il natio borgo selvaggio”. Sua madre nobile, la marchesa Adelaide Antici, è una donna poco espansiva e suo padre, Monaldo, è un Conte colto, reazionario e antinapoleonico, un uomo chiuso nei confronti delle innovazioni del mondo.

Dal 1089 al 1816 Leopardi si getta in uno studio “matto e disperato”: un studio che spazia dalla scienza alle lingue. La filologia inoltre gli permetterà di imparare rapidamente il latino, il greco, diverse lingue straniere e il sanscrito. Affascinato e sedotto dall’illuminismo, nel 1815 è il momento della sua “conversione letteraria”: dalla filologia passa alla composizione di testi propri. Annotazioni filosofiche, pensieri e considerazioni sulla poesia e sulla letteratura diverranno, nel 1898, la raccolta “Zibaldone di pensieri”.

Nel 1816 Leopardi mette in discussione tutta la sua formazione: l’erudizione diventa così qualcosa di freddo e arido da sostituire con il “bello” mentre l’interpretazione della vita diventa più sensista e meccanicista distaccandosi sempre più dalla religione.

Nel 1819 inizia a progredire la malattia che lo costringerà ad abbandonare gli studi.

Negli anni venti arrivano le prime pubblicazioni, gli Idilli e le Canzoni, e proprio in questo periodo lascia Recanati per recarsi a Roma, città che lo deluderà profondamente. Ritorna a Recanati dove ci rimarrà fino al 1830. Tra il 1828 e il 1830 compone i famosi Grandi Idilli in cui troviamo alcune delle poesie più conosciute: A Silvia, Il passero solitario, Il sabato del villaggio e Canto notturno di un pastore errante dell’Asia. Durante gli anni trenta Leopardi è a Firenze dove conosce Antonio Ranieri, un giovane avventuriero napoletano con il quale stringerà un rapporto di amicizia fino alla sua morte.

S’innamora di una giovane donna nobile, Fanny Targioni Tozzetti. Amore che si conclude tristemente con un delusione ma che gli ispirerà le poesie del cosiddetto “Ciclo Asia”.

Gli ultimi anni sono quelli della malattia unica protagonista, una malattia che avanza senza interruzioni. Non sappiamo l’ordine delle ultime composizioni da La ginestra a Tramonto della luna scritte durante il periodo napoletano. Napoli è in preda al colera, i mali avanzano e si sommano. Il 14 giugno del 1837 Giacomo Leopardi muore all’età di solo trentanove anni, i suoi resti verranno poi trasferiti nella tomba di Virgilio a Margellina.